XVI Congresso Agci Sicilia: “Pianificare il futuro per non subirlo”. Michele Cappadona rieletto presidente
L’Associazione Generale delle Cooperative Italiane ha celebrato il suo XVI Congresso regionale, in videoconferenza secondo le disposizioni per l’emergenza sanitaria.
Ai lavori, presieduti da Giovanni Basciano, responsabile AGCI Pesca, sono intervenuti il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, il vicepresidente regionale ed assessore all’Economia Gaetano Armao, l’assessore all’Istruzione e formazione Roberto Lagalla, l’assessore al Territorio e ambiente Toto Cordaro, il presidente della Commissione Bilancio Ars Riccardo Savona, il deputato regionale Giuseppe Lupo componente Commissione “Esame delle attività dell’Unione Europea”, il deputato regionale Edi Tamajo componente Commissione Statuto, il presidente Confcooperative Gaetano Mancini, il presidente di Legacoop Filippo Parrino, e numerosi altri relatori, rappresentanti di imprese cooperative, presidenti provinciali e dei settori produttivi AGCI, dirigenti e soci di cooperative, revisori. I lavori sono stati chiusi dal presidente nazionale AGCI Giovanni Schiavone.
Numerosi i punti trattati dalla relazione del presidente Michele Cappadona, che hanno spaziato dall’analisi dell’emergenza economica causata dalla pandemia alla gestione delle misure di ristoro e per la ripartenza delle imprese, al credito, alla necessità di una sempre più stretta interazione con il governo regionale per costruire l’impianto delle nuove politiche di sviluppo necessarie per il futuro della Sicilia.
“Per la ripartenza della Sicilia – ha sottolineato Michele Cappadona – occorre guardare verso obiettivi concreti e sostenibili. Innanzitutto il Brand Sicilia: turismo, beni culturali e produzioni alimentari tipiche, asset fortemente connessi con la nostra identità territoriale”. Il presidente dell’Agci Sicilia ha anche affrontato la questione relativa all’attuale scenario politico nazionale e regionale. “Due punti critici storici per lo sviluppo della Sicilia – ha affermato – sono certamente un’amministrazione di qualità e le risorse pubbliche per le infrastrutture materiali e immateriali. La semplificazione amministrativa in Sicilia è, oggi, solo un’espressione linguistica. E’ impossibile pretendere che la Sicilia attragga investitori per nuove imprese con l’attuale paralizzante lentezza burocratica, che blocca le nuove imprese e mette in ginocchio quelle esistenti”.
Ha poi gettato uno sguardo al futuro e alla ripresa post pandemia. “La Sicilia è una regione – ha detto – che ogni anno perde migliaia dei propri giovani che partono per cercare altrove un posto di lavoro. Una perdita costante che avviene perchè non si investe nei siti culturali, molti dei quali cadono in rovina e non ci sono strutture locali adeguate di accoglienza. Il risultato è che si è sviluppato un modello di turismo low cost che porta molto meno reddito. La ripartenza ed il rilancio dovranno tenere conto dell’esigenza di dare una risposta concreta ad un cambio generazionale e ad un riallineamento degli assetti di genere che accompagni i processi di innovazione digitale necessari e non più rinviabili. Bisognerà correre per recuperare il ritardo infrastrutturale sui processi e sugli effetti della globalizzazione”.
Tra le proposte dell’Agci avanzate da Cappadona ci sono l’istituzione dello Sportello Unico Regionale delle Attività Produttive al fine di semplificare l’assistenza alle imprese, la creazione di “circuiti di sviluppo” per finanziare progetti di settore per la competitività agendo in ambiti strategici dei rispettivi settori. Ancora il presidente Cappadona evidenzia la necessità di ampliare le Zone economiche speciali e di rafforzare le agevolazioni per attrarre investimenti e incoraggiare le imprese a trasferirsi in Sicilia.
Infine Cappadona ha evidenziato che “ogni restrizione all’esercizio delle attività produttive deve comportare un immediato ristoro nei confronti di tutti gli operatori economici del territorio interessato”. Il riferimento è ai provvedimenti presi dal Governo nazionale in materia di Covid -19. “L’entità dell’aiuto economico – ha detto – deve essere valutato proporzionalmente ai costi di gestione. Per il rilancio devono essere garantite linee di microcredito”.