Volley – Intervista al tecnico federale Nino Gagliardi: la pallavolo al tempo del coronavirus, prospettive per il futuro
Lo sport è fermo a causa dell’emergenza coronavirus. Dopo l’ultimo decreto del presidente del consiglio Giuseppe Conte tutte le attività sportive sono sospese sino al 13 aprile, anche gli allenamenti.
In questo momento difficile anche per lo sport abbiamo intervistato Nino Gagliardi tecnico federale che si occupa, assieme a Luca Pieragnoli e Oscar Maghella, del progetto “L’Italia siete voi” in cui la Fipav ha individuato diverse società presso le quali i tecnici federali promuovono e migliorano la loro attività attraverso delle sedute di allenamento, nonché con degli incontri specifici con i tecnici delle società stesse.
L’emergenza coronavirus ha causato uno stop forzato. Come ritroveremo le varie discipline dopo il fermo?
“Sicuramente tutto lo sport subirà un contraccolpo importante da questo stop. Intanto se consideriamo che le varie società vivono di sponsorizzazioni alla ripresa si dovrà fare i conti con la crisi economica. Ma sono convinto che, anche se lentamente, lo sport riprenderà. Per quanto riguarda i campionati, ritengo che molte discipline difficilmente riprenderanno la stagione. Molti hanno già preso una decisione sospendendo, altre stanno temporeggiando per cercare di completare la stagione per provare a dare visibilità agli sponsor e programmare il futuro”.
C’è il rischio che le piccole società possano scomparire a causa delle difficoltà economiche?
“Per quanto riguarda la pallavolo, la volontà da parte della Fipav è quella di essere vicina alle società. Ci auguriamo che la Federazione riesca ad aiutare chi è in difficoltà per evitare di vederne sparire. E’ importante essere uniti perchè è innegabile che ci sono tantissime persone che vivono attraverso lo sport”.
Come gli atleti, costretti allo stop, come possono affrontare questo periodo?
“Molte società si sono organizzate per seguire i propri atleti da casa attraverso dei programmi di allenamento. E’ l’unico modo, in questo momento, per tenersi in forma con la speranza che, finita l’emergenza, si possa tornare in palestra. Ciò avviene a tutti i livelli dalla serie A alle società che lavorano solo con i settori giovanili. In Sicilia, per fare un esempio, l’Akademia Sant’Anna sta continuando a lavorare attraverso il proprio preparatore atletico con le ragazze in videoconferenza”.
Il volley maschile, fisicamente, è differente da quello femminile. Chi ne risente di più dal fermo?
“Sicuramente danneggia entrambi allo stesso modo dal punto di vista tecnico. Dal punto di vista fisico le donne fanno sicuramente più fatica a mantenere il tono muscolare rispetto agli uomini, quindi, in questo periodo, una donna deve fare degli sforzi maggiori per tenersi in forma. Ma se ci si allena con costanza si riesce a far fronte anche alle problematiche che possono derivare dallo stop dei campionati. La questione sicuramente che danneggia maggiormente un atleta in questo periodo è legato alla tecnica. Per la pallavolo, in particolare, questi aspetti sono importanti e lo si sta tenendo in considerazione anche in vista di una eventuale ripresa”.
Si parla di aumentare di un anno l’età dei campionati under per non far perdere la stagione alle società impegnate nei tornei giovanili. Come valuti questa ipotesi?
“Si sta ragionando in questa direzione, ma fondamentale sarà fare una differenza tra i settori maschili e femminile perchè ci sono parecchie differenze. E’ difficile adesso capire cosa accadrà, ma di questo se ne sta parlando. Bisognerà capire quali siano i pro e i contro. Sono diverse le soluzioni di cui si sta parlando, ma adesso credo sia presto per capire quale decisione sarà adottata dalla Federazione”.
E’ sempre più difficile far avvicinare i giovani allo sport. Questo fermo rischia di farli allontanare ancora di più dalle attività sportive?
“Credo che se una società non si preoccupa esclusivamente della parte economica, ma svolge la propria attività con passione e con l’obiettivo di coinvolgere i giovani facendogli amare lo sport ritengo che questo stop non dovrebbe avere ripercussioni gravose. Non sarà sicuramente facile e qualche difficoltà ci sarà, ma sono convinto che l’obiettivo deve essere quello di ripartire con la passione che ha sempre contraddistinto le tante persone che si sono sempre impegnate per mandare avanti le varie attività”.
Quale consiglio puoi dare ai giovani che vorrebbero avvicinarsi allo sport dopo il fermo?
“Penso che per i più piccoli dovranno essere i genitori ad invogliare i propri figli a fargli fare sport indipendentemente dalla disciplina che vorranno svolgere perchè è importante avvicinarli dal punto di vista fisico e della socializzazione. La cosa più importante è ripartire dopo l’emergenza e bisogna farlo con amore e passione”.