Taormina – Neonata di Patti operata al cuore dopo pochi giorni di vita, la storia di Gioia
Gioia ha pochi giorni di vita ed ha già vinto la sua prima battaglia. Una gravissima cardiopatia l’ha costretta a lottare come un guerriera, fin dai primissimi battiti del suo cuoricino. Operato a soli 10 giorni di vita, ora ce l’ha fatta. Un calvario iniziato per i genitori Giovanni Barbaro e Valentina Cacciolo quando al sesto mese di gravidanza il dott. Placido Gitto durante un’ecografica fetale ha riscontrato coartazione e ipoplasia, ovvero uno sviluppo disarmonico e non allineato di un tratto di aorta. Da li la lunga attesa e la preoccupazione dei genitori che erano stati avvisati della necessità di un intervento invasivo sulla bimba subito dopo la nascita. “Dopo che mia moglie è rimasta incinta – ha raccontato il padre della piccola – abbiamo iniziato tutti i controlli del caso. Al sesto mese di gravidanza, durante un esame specifico eseguito a Milazzo dal dott. Placido Gitto, ci è stato comunicato che la bimba era affetta da una grave malformazione cardiaca e che, quindi, avremmo dovuto rivolgerci all’ospedale di Taormina. Ci è cascato il mondo addosso, ma non ci siamo arresi”.
Mamma Valentina mette al mondo Gioia il 22 luglio scorso. Il reparto di cardiologia pediatrico di Taormina, guidato dal dott. Paolo Guccione, avvia subito il monitoraggio della bimba e la conseguente terapia medica per valutare la possibilità di superare il problema solo con i farmaci. Dopo una settimana emergono però complicanze tanto da spingere il primario Sasha Agati ad operare la piccola. “Il 6 agosto – ha raccontato ancora Giovanni Barbaro – affidiamo nostra figlia nelle mani dei medici per un intervento a cuore aperto durato sette ore. Eravamo preoccupati e terrorizzati. Fortunatamente il primario Agati e la sua assistente Ines Andriani, sono riusciti nel miracolo. Dopo altri dieci giorni in terapia intensiva ci hanno comunicato che tutto il decorso operatorio era andato bene e che la bimba crescerà con un cuore sano. Siamo potuti tornare a sorridere dopo mesi difficili. Non smetteremo mai di ringraziare il dottore Gitto che grazie alla sua diagnosi prenatale ci ha permesso di conoscere il CCPM ed il Dottore Agati al quale siamo grati di aver toccato il cuore di nostra figlia e averle ridato la vita”.