Takagi & Ketra, il modo intelligente di fare musica
Tutta la musica che passa dalle loro mani si trasforma in oro. Sono i produttori Takagi & Ketra, ovvero Alessandro Merli, nato a Milano e classe 1973, e Fabio Clemente, nato a Vasto nel 1986.
La formula è semplice: scrivono la canzone come a cucire attorno all’artista che la interpreterà il vestito perfetto e la producono. Ed il successo è assicurato. Hanno cantato i loro brani Arisa, Lorenzo Fragola, Tommaso paradiso, Elisa, Jovanotti, Calcutta, Fedez, Marracash, Baby K, Giusy Ferreri e tanti altri artisti.
Il primo pezzo prodotto insieme, come Mr. Ketra, è stato Nu juorno buono di Rocco Hunt, che vinse nel 2014 Sanremo Giovani. Il brano che li ha portati al successo è stato L’esercito del selfie interpretato da Arisa e Lorenzo Fragola tormentone dell’estate 2017.
A seguire sono arrivati Da sola in the night, Amore e capoeira, La luna e la gatta e l’ultima Jambo.
I due producer fanno musica in maniera intelligente. Dietro a motivetti scanzonati celano significati profondi proposti in modalità indie pop. Un modo di proporre le canzoni che riescono ad arrivare al grande pubblico, soprattutto quello più giovane, riuscendo a scalare le classifiche ed entrare nella testa delle persone con una violenza positiva. Il mix tra il motivetto orecchiabile ed i testi dal significato intenso rappresentano l’evoluzione della musica all’italiana, rivista in chiave moderna, e ben lontana da quei generi usa e getta che oggi spopolano tra i teenager.
Ad esempio “La luna e la gatta” parla di un amore elegante e romantico, talmente forte da lasciare incantati proprio come i gatti che si rivolgono alla luna affascinati dal suo mistero irraggiungibile.
Di un amore finito e del bisogno di evadere da una storia passata è il senso di Amore e capoeira. Il mondo dei social e la dipendenza dagli smartphone sono al centro di L’esercito del selfie. Tutti significati che, non fermandosi alla melodia, possono entrare dentro e dare un senso alla musica di oggi.
Se il futuro della musica italiana, quindi, è quello proposto da Takagi & Ketra possiamo tirare un sospiro di sollievo e ammettere con certezza che c’è una speranza. La musica italiana non è morta, è viva e vegeta, è solo cambiata e si è adeguata all’era moderna. L’augurio è che questa non sia solo una meteora, ma un segnale importante per intraprendere la strada del futuro.