Svapo – Puntata 1: Accettare una scommessa
Avevo 14 anni quando ho fumato la mia prima sigaretta. Allora, era il 1991, era un modo per sentirsi grandi. Nonostante i miei genitori fossero, giustamente contrari, di nascosto, con gli amici, si trasgrediva. E poi iniziavano i tanti trucchetti per non farsi scoprire a casa.
In tutti questi anni, in diverse occasioni ho provato a smettere. E, spesso ci sono riuscito non toccando sigarette anche per oltre un anno. Ma alla fine ho sempre ceduto nuovamente al richiamo del tabacco. Si, perchè, fumare mi piace. Non c’è storia, il gusto della sigaretta, la sensazione che ti da in alcune occasioni, sono piaceri a cui difficilmente potrei rinunciare. Ma allo stesso tempo mi rendo conto che, la sigaretta ti rende schiavo perchè non si può pensare di poter decidere il numero da fumare. Ogni volta che ho smesso è stato perchè ero diventato troppo dipendente. Era una scommessa con me stesso. “Basta essere schiavo del tabacco”. Non sempre ci sono riuscito, ma in diverse occasioni si ed è stato un modo per disintossicarmi. Per poi ricominciare. Cosa, solitamente mi ha fatto smettere? Sicuramente non la questione salute. La frase “la sigaretta fa male” non mi ha mai toccato. I soldi? Beh a volte ci ho pensato a quanto denaro ho letteralmente bruciato, ma alla fine quanti soldi si spendono per un piacere? E la sigaretta, spesso, era un piacere. Ma non nascondo che il più delle volte era un bisogno mentale. Perchè smettevo, quindi? Perchè a volte non riuscivo a partecipare ad una riunione senza l’ossessione di dover scappare a fumare, a volte andavo al cinema e non riuscivo nemmeno ad aspettare la fine del primo tempo per fumare. Per questo smettevo. Per poi ricominciare convinto di poter controllare il tabacco.
Tante volte mi hanno detto: “perchè non passi alla sigaretta elettronica”. Ed ogni volta ho risposto: “la sigaretta elettronica è da sfigati, a me fumare piace. Al massimo smetto”. Poi una sera, alcuni mesi fa, mi sono ritrovato ad una serata tra amici al That’s Amore di Marina di Patti. Al tavolo con me c’era anche un amico d’infanzia, Gianni Adornetto, titolare del negozio EcoSvapo di Patti e svapatore accanito. Scherzando, tra un bicchiere di vino ed un altro, si è iniziati a parlare di sigaretta elettronica. Anche perchè il caro Gianni non perde occasione per tirare l’argomento al centro della discussione. Al solito, con un calice di buon vino in mano, cerco di sfatargli il mito della sigaretta elettronica, sostenendo anche il fatto che a me fumare piace. Lui, con la sicurezza che lo contraddistingue in tutte le cose della vita, mi sfida. “Scommettiamo che ti convinco a passare alla sigaretta elettronica?”. Se non ci fosse stato il buon vino di mezzo credo che avrei risposto con una risata e, alzandomi dal tavolo, sarei uscito fuori a fumare. Ma la piacevole compagnia, l’atmosfera di festa del That’s Amore, qualche bicchiere in più rispetto al solito mi hanno fatto rispondere: “Ok, scommettiamo”. Trascorsa quella serata avevo rimosso l’episodio, ma qualche settimana più tardi, sempre nella stessa location, sempre nella stessa tavolata di amici, sempre con un buon bicchiere di vino in mano, Gianni non ha esitato a ricordarmi la scommessa. Ritenendo che la parola data debba essere sempre mantenuta e che una stretta di mano vale più di un contratto e quindi è doveroso sempre onorarla, questa volta, con qualche bicchiere di vino in meno nel corpo, ho ribadito che avrei accettato la scommessa. Ma ho voluto aggiungere una condizione. Fulminato dalla deformazione professionale ho accettato, ma con il rischio, suo principalmente, che avrei raccontato in degli articoli, l’avvicinamento alla sigaretta elettronica.
E, dopo quasi 30 anni da fumatore più o meno consapevole, proviamo ancora una volta a smettere di fumare, testando la sigaretta elettronica ed entrando in un mondo nuovo tutto da scoprire.
E così, adesso, inizio questo diario che mi porterà a testare la sigaretta elettronica raccontando i vari passaggi e le sensazioni che mi accompagneranno.