Salute: ISS – Le vaccinazioni durante la pandemia non devono essere rimandate

Con il tema #VaccinesWork si apre la Settimana mondiale dell’immunizzazione organizzata dall’OMS dedicata proprio a tutti coloro che lavorano per garantire l’immunizzazione: familiari, operatori sanitari, personale della sanità pubblica.

L’obiettivo di questa edizione, in particolare, è quello di porre l’attenzione sulla continuità dei servizi vaccinali che devono essere garantiti anche durante la pandemia da Covid-19. In alcuni Paesi europei, infatti, esiste il rischio di una riduzione generale delle normali attività vaccinali, sia per lo spostamento di risorse sanitarie verso le attività di controllo della pandemia, sia per le misure di distanziamento sociale imposte alla popolazione, che potrebbero portare alcune persone a decidere di rimandare le vaccinazioni programmate per se stessi o per i propri figli.

“È importante mantenere le vaccinazioni – dice Gianni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’ISS – anche e soprattutto durante l’epidemia altrimenti rischieremmo di aggiungere a un fenomeno nuovo vecchi problemi causando la riemergenza di malattie infettive precedentemente prevenute o controllate dai vaccini.

Ad esempio, potrebbe fallire il tentativo di mettere sotto controllo l’epidemia di morbillo così come l’eradicazione della polio oppure potrebbero riemergere patologie come la difterite o la pertosse. Quest’anno, inoltre, nel periodo consigliato sarà particolarmente importante vaccinarsi contro l’influenza per ridurre le problematiche relative alla diagnosi differenziale così come per quanto riguarda gli anziani e le altre categorie a rischio è importante effettuare la vaccinazione contro lo pneumococco”.

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