Patti (Me) – Anziana deceduta in casa: lettera della famiglia
In data 31 marzo abbiamo pubblicato la notizia del decesso in casa di un’anziana che, dalle fonti che abbiamo avuto modo di appurare, viveva sola nella sua abitazione, anche se accudita dai vicini. Nell’articolo non sono stati inseriti dati identificativi dell’identità dell’anziana donna.
In data 1 aprile riceviamo una lettera da parte di Katia Donzì in merito all’articolo apparso sul nostro sito che, per correttezza, pubblichiamo interamente:
Gentile sig. Gabriele,
Le scrivo questa lettera per conto di mia madre Rita, sorella della defunta Di Luca Rosaria, e di tutta la parte rimanente della famiglia.
Dal 2004 mi sono trasferita, per motivi di lavoro, in provincia di Treviso; nel 2010, sempre per lavoro, si è trasferita anche mia sorella. Da allora, i nostri genitori, sono domiciliati, per gran parte dell’anno, in Veneto per venirci in aiuto nella gestione della nostra quotidianità.
Purtroppo, come Lei ben capisce, è solo durante le vacanze estive che riusciamo a trascorrere qualche giorno a Patti.
Inoltre, come Lei sa, il Veneto è una delle regioni duramente provate dal coronavirus,che ci costringe da più di 40 giorni a rimanere in casa.
Le scrivo questo per farle capire lo stato d’animo con il quale stiamo vivendo questa improvvisa e dolorosa scomparsa.
Un’amica di famiglia ci ha segnalato l’articolo scritto su gvnews Patti e in merito al suo contenuto, vorrei fare alcune precisazioni.
Mia zia, per quanto ne sappiamo noi familiari, non aveva nessun tumore; presentava gli acciacchi di una signora della sua età che ha trascorso la vita lavorando duramente.
Non viveva in uno stato di abbandono. Mia madre era in contatto telefonico con lei più volte al giorno ed aveva degli amici sinceri che la aiutavano a svolgere le sue attività quotidiane.
Molti familiari del defunto prof. Mosca l’avevano adottata come una di loro e le volevano un bene sincero e disinteressato. Noi eravamo in contatto con loro e anche felici che in un certo qual modo potessero sostituire gli affetti familiari.
E’ stata mia madre a suggerire alla sorella,sentendola lamentare uno stato di malessere, di contattare il medico di base e il 118 per venirle in aiuto; pertanto eravamo a conoscenza degli esiti di tali interventi.
E’ stata sempre mia madre che non riuscendo a mettersi in contatto telefonico con la sorella, si è insospettita della cosa ed ha attivato, insieme a mio padre, amici di mia zia e nostri amici per cercare di capirne la motivazione.
In questa occasione, è stato lodevole l’aiuto del sig. Silvestro Nasisi, che si è prodigato indefessamente per risolvere la situazione.
L’unica cosa che si sentiamo di esprimere in questo momento è lo sconforto per la scomparsa di mia zia e la tristezza di non poter, a causa delle restrizioni per coronavirus, venire in Sicilia e farle un degno funerale.
Ci riserviamo, nella discrezione che ci caratterizza,di valutare i fatti avvenuti in un secondo momento,quando sarà presente in noi una lucidità mentale che in questo momento non abbiamo.
Vogliamo esprimere un sentito grazie a tutti gli amici che ci sostengono e ci hanno sostenuto finora; in particolare al sig. Silvestro Nasisi, che si è dimostrato un uomo di grande elevatura d’animo.
Katia Donzì
Autorizzo la diffusione di quanto ma me scritto e firmato. Rimango a sua disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento.