Patti – La processione della Varette del Venerdì Santo, mancano i portatori
Si avvicina il venerdì santo e si prepara la tradizionale processione delle Varette. Dopo due anni si torna alla normalità o quasi. Rispetto al passato, in questa edizione, i responsabili delle undici vare stanno incontrando particolari difficoltà nel trovare i portatori.
A causa del coronavirus, nel 2022 la processione, ancora in clima da pandemia, si era svolta in forma ridotta, mentre nel 2020 e 2021 non si potè svolgere.
Adesso, in qualche modo, si torna alle antiche consuetudini con il percorso tradizionale che vede la partenza alle ore 20 dalla chiesa di San Michele Arcangelo. Il corte religioso si concluderà, dopo aver percorso le stradine del centro storico (via Garibaldi, via regina Elena, Via Verdi, piazza San Nicola, via XX Settembre, piazza Municipio, Via Magretti, Via Vittorio Emanuele, Via XX Settembre, piazza Marconi, via Nicolò Gatto Ceraolo), nella chiesetta della Provvidenza dove, durante tutto l’anno, vengono custodite le statue lignee raffiguranti i momenti della Via Dolorosa di Gesù.
Queste le undici varette ed i responsabili: Gesù nell’orto (Salvino Palmeri), Gesù alla colonna (Tiziano Gullo e Mauro Ballato), Ecce Homo (Sandro Bonanno), Gesù in croce (Gianluca Bonsignore), il Cireneo (Giuseppe Miragliotta), la Veronica (Nino D’Addea e Calogero Costanzo), Gesù che cade sotto la croce (Carmelo Giorgio), Gesù che muore in croce (Carmelo Faranda e Mimmo Rottino), la Pietà (Tindaro Catania), Gesù morto (Salvatore Musmeci) e l’Addolorata (Peppuccio Niosi, Giovanni e Antonio Di Santo).
La processione delle Varette, da tempo immemore, è profondamente radicata nel cuore e nella tradizione della città di Patti ed è un appuntamento che richiama tantissimi fedeli, ma anche semplici curiosi, che si riversano nelle strade del centro storico per assistere alla rappresentazione simbolica della via della croce. E, sino al periodo pre pandemia, anche portare le varette era un segno di fede e c’era un grande attaccamento per partecipare attivamente. Dopo tre anni di fermo, nonostante la processione del venerdì santo sia ancora particolarmente sentita, i vari responsabili delle undici statue lignee stanno incontrando enormi difficoltà a reperire volontari e il rischio, forse non in questa edizione, ma per il futuro, è che alcune delle undici vare possa non prendere parte al corteo religioso per mancanza di portatori.
“In passato – ha spiegato Sandro Bonanno, responsabile della vara Ecce Homo – si faceva a gara per poter portare le varette ed era difficile riuscire ad entrare anche solo per una stazione. Oggi le cose sono cambiate. Rimangono sempre gli storici portatori legati a questa o quella vara, ma con il passare degli anni molte persone sia per l’età che per problemi fisici, considerando che le varette sono molto pesanti, hanno dovuto rinunciare. Ed oggi i vari gruppi sono con i portatori contati mancando il ricambio generazionale. Purtroppo i giovani di oggi non si avvicinano facilmente a questa tradizione”.
Il problema dei portatori è evidenziato anche da Tindaro Catania responsabile della vara “La Pietà”. “Il problema dei portatori è reale – ha affermato. Al di là degli storici che, comunque, con il passare del tempo per vari motivi sono costretti a rinunciare, si fatica a trovare persone nuove. La speranza è sempre quella di riuscire a trovare quel ricambio generazionale che purtroppo vede i giovani disinteressati da queste tradizione. Bisognerebbe trovare il modo di coinvolgerli anche per salvare la processione per il futuro”.
Stessa situazione per Carmelo Giorgio, responsabile della vara Gesù che cade sotto la croce. “Continuiamo a fare affidamento – ha spiegato – sui portatori storici. Ma il problema è sempre legato, sino alla fine, all’incertezza di riuscire a comporre tutta la squadra per portare la vara. Il problema è che, purtroppo, manca la partecipazione dei giovani che non si avvicinano a questa tradizione”.
La maggior parte dei responsabili delle undici varette, quindi, evidenzia il problema che, già prima del covid, ma adesso ancora di più, mette a rischio, almeno nella forma tradizionale, il futuro della processione. E’ necessario coinvolgere i giovani affinchè questo appuntamento non si perda perchè solo mantenendo vive le tradizioni si può guardare al futuro con rinnovata speranza.