Patti – Enzo Natoli: per la città meglio il dissesto, ecco le sue motivazioni
Mentre la politica si interroga se sia meglio il riequilibrio o il dissesto per poter salvare i conti dell’Ente di Palazzo dell’Aquila, nel dibattito si inserisce il Movimento Siciliani Liberi che, con una nota a firma di Enzo Natoli, candidato sindaco alle prossime amministrative, si dichiara favorevole al dissesto.
In un documento sono state analizzate le possibili conseguenze derivanti dalle due scelte. “In entrambi i casi – ha scritto Natoli – le conseguenze su imposte, tasse,e personale sono le stesse, le differenze riguardano i creditori ed il tempo per uscire dalla crisi”.
Il Movimento Siciliani Liberi cerca di dare la propria interpretazione su quello che potrebbe accadere. “Se si sceglierà di percorrere la strada del Piano di Riequilibrio, che avrà una durata di 10 anni con l’accesso al piano di rotazione, ci saranno rigide norme che l’ente dovrà rispettare – si legge nel documento. Lo si potrà farlo solo se l’ente delibererà le tasse al massimo, assuma l’impegno ad alienare i beni patrimoniali disponibili e che provveda alla rideterminazione della dotazione organica, fermo restando che la stessa non può essere variata in aumento per la durata del piano di riequilibrio. L’ente deve poi ridurre nel triennio le spese per prestazioni di servizi e, così come nel caso del dissesto, dovrà provvedere alla copertura integrale del servizio smaltimento rifiuti ed acquedotto con i proventi della tariffa e alla copertura dei costi di gestione dei servizi a domanda individuale”.
In caso di dissesto, inoltre, “le prime conseguenze – ha scritto Natoli – riguardano i creditori. Viene infatti introdotto il divieto di intraprendere o proseguire azioni esecutive nei confronti dell’Ente e dichiarare estinte le procedure pendenti. Non possono essere intraprese o perseguite azioni esecutive nei confronti dell’ente per i debiti che rientrano nella competenza del Commissario. Le procedure esecutive pendenti nelle quali sono scaduti i termini per l’opposizione giudiziale da parte dell’ente, sono dichiarate estinte d’ufficio dal giudice”. A questo si aggiungerebbe che “l’ Ente – si legge nel documento del Movimento – deve riorganizzare i servizi di acquisizione delle entrate per verificare l’effettiva riscossione ed è tenuto a compiere un rivisitazione delle spese, riorganizzando i servizi con criteri di efficienza, eliminando sprechi e inefficienze. Per il risanamento dell’ente, lo Stato finanzia gli oneri di un mutuo ammortizzato in 20 anni, con pagamento di ogni onere finanziario da parte del Ministero”.
In sintesi, il Movimento Siciliani Liberi è per il dissesto. “In entrambi i casi gran parte delle conseguenze per i cittadini sono uguali, mentre le differenze, riguardano eventuali conseguenze per i creditori e per gli amministratori, per i quali è stata accertata la condotta grave nell’ambito del procedimento di responsabilità amministrativa. C’è però una differenza non da poco. Con il dissesto, i tempi per tornare all’equilibrio di bilancio, sono calcolati in 5 anni, mentre con il riequilibrio, le misure, sempre che non scatti nuovamente l’iter per il dissesto, durano il doppio, ovvero 10 anni. Ai cittadini pattesi converrebbe sotto tutti i punti di vista il Dissesto dell’ente avendo la possibilità in pochissimi anni di poter fare uscire la Città dal baratro del default, in cui è stata sprofondata”.