Patti e Affari – Assolti il sindaco Aquino e il presidente Molica. Smontato il quadro accusatorio
Dopo quasi 11 ore di camera di consiglio il collegio giudicante del Tribunale di Patti, ieri sera, intorno alle 21,30, ha letto la sentenza del processo scaturito dall’operazione Patti e Affari. L’inchiesta, nell’agosto 2015, aveva portato all’emissione di 7 misure cautelari e 39 avvisi di garanzia.
L’indagine aveva riguardato l’affidamento degli appalti per i servizi socio assistenziali nel distretto D30, nel periodo tra il 2008 ed il 2013, ed i vari soggetti erano accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata a reati contro la pubblica amministrazione nonché dei reati di turbata libertà degli incanti, frode in pubblici servizi, abuso induttivo, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed altro. Nel corso degli anni diverse posizioni sono state alleggerite e, nel marzo 2017, il Gup del Tribunale di Patti, Ugo Molina, dispose il rinvio a giudizio nei confronti di 29 imputati. Già in occasione del rinvio a giudizio si erano registrate due assoluzioni, lo stralcio di alcune posizioni ed il parziale proscioglimento dalle accuse per parte degli indagati.
Nello specifico il collegio composto da Ugo Scavuzzo (presidente) e dai giudici Eleonora Vona e Francesco Torre ha assolto il sindaco di Patti Mauro Aquino da tutte le accuse perché il fatto non sussiste. Stessa motivazione per il presidente del consiglio di Patti Nicola Molica.
Nel complesso l’impianto accusatorio è stato del quasi tutto smontato dal collegio giudicante che ha condannato alcuni degli imputati, ma non per tutti i reati contestati, assolvendo il resto delle persone a giudizio.
Queste le decisioni. Il Tribunale ha condannato: Michele Cappadona (1 anno di reclusione e 500 euro di multa oltre al pagamento delle spese; pena sospesa); Oreste Casimo (1 anno e 6 mesi di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali e interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena; pena sospesa); Giuseppe Catalfamo (1 anno di reclusione e 400 euro di multa, oltre al pagamento delle spese; pena sospesa); Salvatore Colonna, impiegato comunale (6 anni e 4 mesi di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali, più interdizione dai pubblici uffici per la durata di 5 anni); Giuseppe Giarrizzo (1 anno di reclusione e pagamento di 400 euro di multa oltre al pagamento delle spese; pena sospesa); Tindaro Giuttari (2 anni di reclusione oltre al pagamento delle spese; pena sospesa); Carmelo Raneri (1 anno di reclusione e pagamento di 400 euro di multa oltre al pagamento delle spese processuali; pena sospesa).
Per intervenuta prescrizione non si è proceduto nei confronti di Salvatore Giordano.
Assolti perchè il fatto non sussiste il sindaco di Patti Mauro Aquino, il presidente del consiglio Comunale di Patti, Nicola Molica, Concettina Buzzanca, Antonino Caleca, Giorgio Cangemi (ex assessore comunale), Antonella Cappadona, Renato Cilona (ex sindaco di Librizzi), Roberto Corrente, Gaetano Di Dio Calderone, Venera Franca Falliano, Nicola Giuttari (ex consigliere comunale di Patti), Marcella Gregorio (dirigente del Comune di Patti), Francesco Gullo (ex vice sindaco del Comune di Patti), Salvatore Impalà (ex assessore comunale), Antonino Lena (ex assessore comunale), Paolo Mastronardi (ex assessore comunale), Stefano Mollica (ex assessore comunale), Luciana Panissidi (ex dirigente del comune di Patti), Domenico Pontillo (ex consigliere comunale di Patti), Nunzio Pontillo (ex dipendente del comune di Patti), Maria Tumeo e Giuseppe Venuto (ex sindaco del comune di Patti).