Palermo – Teatro Massimo: Romeo e Giulietta in diretta streaming
Torna la danza sul palcoscenico del Teatro Massimo di Palermo con una produzione pensata integralmente per la WebTv e trasmessa in diretta streaming. Sabato 12 dicembre alle ore 20.00 è di scena il Corpo di ballo del Teatro con un titolo amatissimo, Romeo e Giulietta, con le celeberrime musiche di Sergej Prokofiev e la coreografia di Davide Bombana.
Ripreso in diretta con nove telecamere in full HD, una steadycam e un dolly, lo spettacolo è destinato a rimanere nella storia del Teatro Massimo come il primo balletto che va in scena senza pubblico in sala. La narrazione inizia dietro le quinte, attraversa la platea e ha come esito ideale il palcoscenico, mentre le telecamere poste in modo da avvolgere lo spazio scenico cercheranno di dare allo spettatore una visione unica e indimenticabile. Con una sorpresa finale. “Nonostante le difficoltà del distanziamento – afferma il sovrintendente Francesco Giambrone – facciamo ancora una volta un balletto e un altro ne faremo tra qualche settimana, a conferma della volontà di tenere in attività tutte le compagini artistiche del nostro Teatro”.
In programma, Romeo e Giulietta, con le musiche di Sergej Prokofiev, spettacolo vincitore del Premio Danza&Danza come migliore produzione italiana nel 2015, nel riadattamento drammaturgico di Davide Bombana, direttore del Corpo di Ballo del Teatro Massimo, che ha attualizzato la tragedia shakespeariana sovrapponendola alla storia vera e tristissima dei due giovani fidanzati, Bosko e Admira, lei musulmana, lui serbo, uccisi dai cecchini a Sarajevo nel 1993 durante la guerra dei Balcani. Chiamati da allora i “Romeo e Giulietta di Sarajevo, i due, mano nella mano, sfidando la morte, tentarono senza riuscirci di fuggire dalla città devastata dal conflitto etnico-confessionale e i loro corpi abbracciati rimasero insepolti per otto lunghissimi giorni in quella striscia di terra di nessuno tra i due fronti contrapposti, in attesa che il cessate il fuoco ne consentisse il recupero.
La coreografia di Bombana prende spunto da questa tragedia contemporanea per far emergere lo smarrimento e l’impotenza verso l’incapacità degli esseri umani di superare l’intolleranza nei confronti della diversità. Intolleranza che prende di volta in volta la forma di faide familiari, di lotte sociali o addirittura di conflitti etnici che nella loro follia travolgono ogni sentimento di umanità.
“Romeo e Giulietta è il balletto che ho danzato con più frequenza nella mia carriera di ballerino – afferma Davide Bombana – interpretando i ruoli di Romeo e Mercuzio innumerevoli volte e in diverse versioni coreografiche. Il capolavoro di Prokofiev mi sta a cuore forse più di ogni altro balletto perché penso che la vicenda di Romeo e Giulietta sia ancora di grande attualità: il settarismo, gli odi atavici, gli scontri tra etnie diverse sono sempre di grande attualità”.
In scena, malgrado le difficoltà del distanziamento, il Corpo di ballo del Teatro Massimo, diretto da Bombana, composto da Linda Messina (Giulietta), Michele Morelli (Romeo), Alessandro Cascioli (Mercuzio), Riccardo Riccio (Tebaldo), Yuriko Nishihara (Amica di Giulietta), Romina Leone (Madre di Giulietta), Francesca Davoli (Madre di Romeo), Vincenzo Carpino (Paride), Gaetano La Mantia (Lorenzo), e ancora: Lucia Ermetto, Jessica Tranchina, Giorgia Leonardi, Alessia Pollini, Giovanni Traetto, Diego Mulone, Gianluca Mascia, Dennis Vizzini, Emilio Barone (Montecchi). Assistente alla coreografia è Roberto Zamorano, i costumi di Santi Rinciari, le luci di Carlo Cerri.
La riscrittura drammaturgica, operata da Bombana, crea nuovi personaggi e nuovi caratteri, come “l’amica di Giulietta” che al posto della tradizionale balia incarna il senso di complicità che spingerà Giulietta a contravvenire alle regole della sua cultura per vivere il suo amore per Romeo, ed è anche interprete di umana comprensione, sollecitudine e pietà. Ma sono ripensati anche i caratteri dei personaggi, come quello di Mercuzio, che qui assume toni arroganti e spregiudicati e lo stesso Romeo, inizialmente integrato nella sua ideologia e condizione sociale.