Milazzo (Me) – Logopedista sospeso dall’attività per maltrattamenti
Gli agenti del Commissariato di Polizia di Milazzo ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura cautelare personale della sospensione dal pubblico servizio, emessa dal Tribunale del Riesame di Messina nei confronti di un 51enne, logopedista presso l’A.I.A.S. di Milazzo.
Il provvedimento è stato eseguito da personale del citato Commissariato di P.S. appartenente ad un nucleo operativo dotato di specifica professionalità, nell’ambito della tutela delle cosiddette fasce deboli, ed ha operato sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Barcellona P.G., diretta dal Dr. Emanuele Crescenti.
I poliziotti di Milazzo già nel mese di novembre dello scorso anno, avevano dato il via a laboriose e accurate indagini, condotte su più fronti, su input dei genitori di diversi piccoli pazienti del logopedista, i quali, avendo notato alcune anomalie nei comportamenti dei bambini, in occasione dei momenti in cui gli stessi si sarebbero dovuti recare presso la struttura per effettuare la terapia, avevano deciso di rivolgersi alla Polizia di Stato per svolgere i dovuti accertamenti, volti a stabilire se i minori affidati alle cure del logopedista, affetti da gravi patologie, fossero oggetto di maltrattamenti.
Tale spaventoso dubbio traeva fondamento anche dalla circostanza che, in taluni casi, i bambini avevano manifestato un atteggiamento di assoluta ritrosia ad effettuare le terapie con l’indagato, chiudendosi in un mutismo anomalo, che aveva destato nei genitori una comprensibile preoccupazione.
L’attività info-investigativa condotta, anche con intercettazioni ambientali, consentiva di appurare che i malesseri dei piccoli pazienti e le preoccupazioni dei loro genitori non erano affatto privi di fondamento, tant’è che l’indagato veniva ritenuto responsabile di condotte particolarmente odiose e brutali nei confronti dei piccoli assistiti, affetti da gravissime patologie cognitive (fra cui autismo e sindrome di down), e dunque incapaci di reagire.
Tali gravissimi comportamenti si manifestavano in schiaffi, strattonamenti, abbandono a sé stessi dei pazienti, disinteresse nei loro confronti ed assenza di terapia, e venivano posti in essere con regolarità, evidenziando una totale assenza di professionalità e la esclusiva dedizione alle proprie faccende personali, durante l’ora in cui avrebbe dovuto invece praticare la necessaria terapia.