Indiegeno Fest 2022 – Folcast emoziona nell’ultima serata on the beach
Si può anche criticare l’Indiegeno Fest per delle scelte che hanno esclusivamente il sapore commerciale con artisti che piacciano ai giovani di oggi e che attirano un certo pubblico pagante. Ma nel calderone della tre giorni sulla spiaggia di Marina di Patti sono passati anche cantanti che ricordano appieno le origini della manifestazione e che propongono musica di qualità. Perché in Italia, tra i giovani, ancora i talenti ci sono e la speranza per la musica italiana non lascia solo spazio alla disperazione.
Nei tre giorni di Indiegeno on the beach si sono alternati, con il piacere di ascoltarli, tra gli altri Mara Sattei, Psicologi, Yuman e Folcast. Se i Psicologi rappresentano uno dei gruppi più interessanti del panorama musicale italiano da quando hanno abbandonato le origini puramente trap, dall’altro il piacere di fare musica ed ascoltarla passa dal romano Folcast, classe 92.
Trent’anni con una padronanza del palco da artista di esperienza. Nonostante sia inserito in un festival, la sua è una esibizione intima che arriva dritta al cuore.
Il concerto inizia sulle delicatissime note di “Senti che musica”, gioiellino che Folcast ha pubblicato nell’aprile dello scorso anno e che è stata scritta con la collaborazione di Roy Paci. E’ un inno alla musica che viene celebrata nella sua forma più pura e raccontata come elemento di gioia che unisce popoli e culture. Suoni che mettono subito a proprio agio sia Folcast sia il pubblico.
Feeling che si consolida immediatamente con “Come no”, “Sai che c’è” ed” Emisfero”.
Poi è la volta degli ultimi successi a partire da “Scoprimi” brano che Folcast ha portato a Sanremo 2021 nella categoria Nuove Proposte. La canzone è la consapevolezza che fuori batte forte il sole e che, quando si resta impantanati nell’immobilismo delle proprie stanze vuote interiori, bisogna sempre trovare la forza per rialzarsi.
Folcast quindi tira fuori “Lifting” ultimo singolo estratto da Tempisticamente con cui l’artista prende per mano i suoi fan e gli mostra le stelle. Non c’è bisogno di niente, solo della musica che regala anche “Tempisticamente” brano che da il titolo al suo ultimo album.
Folcast chiude la sua esibizione con “Cosa ci faccio qui”, brano ironico sulla frenesia con cui oggi si vive senza dare importanza a ciò che ci circonda.
Folcast (nome d’arte di Daniele Folcarelli) ha emozionato ed incantato il pubblico dell’Indiegeno Fest nell’ultima delle tre serate on the beach a conferma che la buona musica in Italia ancora c’è e che i talenti non sono spariti. Il festival, tolta la parte commerciale che punta giustamente a fare incassi, non perde completamente la sua natura indie di scopritore di talenti e di amplificatore di giovani artisti emergenti. Un valore aggiunto, questo, che evidenzia la bontà del progetto a consolidamento della crescita del festival da quel lontano agosto del 2014 quando si tenne la prima edizione tutta al teatro antico di Tindari location scelta come perfetto crocevia di sperimentazioni e contaminazioni artistiche del passato, tradizione e innovazione. In origine Indiegeno Fest, ancora incontaminato, accoglieva un genere musicale che aveva fatto della ricerca e della qualità il proprio vessillo. La sfida di Indiegeno Fest è stata solo vinta in parte, ma di sicuro rappresenta ancora un palcoscenico importante per scoprire, tra i tanti, qualche talento per cui vale la pena fermarsi per assaporarne le note.