I ragazzi dell’Anffas protagonisti a Radio Amore
Fare emergere, raccontandola, anche la positività nelle storie ed esperienze di disabilità. Sarà questa la direttrice di “Lei non sa… che sogno io”, la nuova trasmissione radiofonica condotta da Antonio Cortorillo che debutterà domani su Radio Amore dalle 12,40 alle 13.30. A realizzarla saranno gli ospiti del Villagio della Speranza dellAnffas di Patti. “Nonostante le barriere culturali vivere con una disabilità non sempre è un limite – ha spiegato Antonio Cortorillo, direttore di Radio Amore Messina. Partendo da queste esperienze di vita si parlerà di handicap, ma da un punto di vista positivo. Come opportunità di crescita per se stessi e per la società. Lo scopo della trasmissione è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche legate alla disabilità e dare l’opportunità ai ragazzi dell’Anffas di partecipare ad una trasmissione radiofonica dove potranno avere la possibilità di raccontarsi”.
Il progetto portato avanti da Radio Amore e Anffas servirà anche al miglioramento delle abilità relazionali, all’efficacia del lavoro di squadra e all’inclusione sociale sul territorio dei ragazzi del Villaggio della speranza. “Questa iniziativa – ha spiegato il dott. Nino Zampino, responsabile dell’Anffas di Patti – è molto interessante e per questo ringraziamo Radio Amore per la disponibilità. Sabato prenderanno il via le trasmissioni che hanno comportato una serie di attività di preparazione per la realizzazione del programma. Sarà il frutto di un lavoro che parte dalle inclinazioni e dalle peculiarità che ciascuno dei nostri ragazzi ha in se. Si tratta di una iniziativa importante sia per far conoscere la nostra associazione, ma soprattutto per sdoganare i pregiudizi esistenti che vede i ragazzi con disabilità intellettiva incapaci di relazioni, emozioni e di crescita. Questo progetto – ha aggiunto Zampino – si inquadra in un cammino di inclusione che svolgiamo quotidianamente con i nostri operatori e che portato all’esterno ha l’efficacia di abbattere quelle barriere mentali che ancora esistono in molte persone riguardo alla disabilità”.