Ragusa – I Costruttori iblei mettono a disposizione gli alloggi invenduti per affrontare l’emergenza sanitaria
Il Presidente di Ance Ragusa, geom. Sebastiano Caggia, affronta le varie tematiche legate al drammatico momento storico che viviamo come cittadini, imprenditori, rappresentanti dei Corpi intermedi dello Stato: “Siamo in una situazione nella quale ciascuno deve fare la propria parte e solo con la responsabilità ed il rispetto delle regole potremo uscirne indenni. Se ai Cittadini, persone fisiche, si fa appello nel rimanere a casa e a non uscire se non per casi di reale necessità, a noi Imprenditori edili e ai nostri Lavoratori – dipendenti e maestranze, ad oggi secondo il DPCM 11.03.2020, è chiesto di lavorare e produrre e lo stiamo continuando a fare garantendo le condizioni di sicurezza anti-contagio (distanza interpersonale di almeno un metro) ed adottando procedure e strumenti di protezione individuale allorquando la distanza interpersonale non può essere garantita (mascherine a norma di Legge, guanti, etc..).
Ma in questo momento tutto ciò riteniamo non basti!
Come Rappresentante di ANCE di Ragusa, voglio manifestare innanzitutto tutta la gratitudine della Categoria verso i medici e gli operatori sanitari che stanno lavorando senza sosta nei nostri presidi ospedalieri, e verso S.E. il Prefetto ed il Questore e tutte le Forze dell’Ordine, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Polizia provinciale e municipale, per il grande contributo all’uniformità dei comportamenti e per come stanno gestendo in maniera coordinata ed uniforme l’applicazione delle regole e dei divieti.
Come Presidente dei Costruttori invito le imprese edili iblee a comunicare eventuali difficoltà operative ai nostri Uffici i quali, anche da remoto e attraverso i nostri servizi web e smart, sono nelle immediate e pronte condizioni di intervenire e dare supporti e assistenza operativa.
Infine, mi rendo conto che ciascuno di noi deve fare la propria parte e cercare di dare risposte immediate alle esigenze del momento e del prossimo futuro, per cui come Categoria mettiamo a disposizione, ove ce ne fosse l’esigenza per l’emergenza sanitaria, i nostri alloggi invenduti e le nostre abitazioni non locate al fine di evitare ulteriori possibili disagi ai medici, ai pazienti e ai loro familiari.”