Parco archeologico Tindari – Al lavoro per l’imminente riapertura al pubblico
Il Parco archeologico di Tindari, grazie al nuovo direttore Domenico Targia, ritrova nuovo splendore. Al momento del suo insediamento il funzionario regionale aveva dettato le tre parole d’ordine su cui avrebbe voluto basare il proprio lavoro. Organizzare, programmare e valorizzare le linee guida dell’architetto Targia che punta a ragionare d’insieme mettendo in rete il vasto territorio che racchiude i confini da Tusa a Milazzo con il cuore pulsante nella città di Patti dove ricadono l’area archeologica tindaritana e la Villa Romana di Marina di Patti. La volontà è quella di creare sinergia anche con tutta la vasta fascia tirrenica che comprende anche l’area archeologica Halaesa Arconidea e Antiquarium di Tusa, l’Antiquarium di Milazzo, l’area archeologica di Capo d’Orlando, il sito casermette ed ex quartieri spagnoli a Milazzo, la Villa romana di San Biagio a Terme Vigliatore, l’area archeologica Antica Apollonia a San Fratello, la Necropoli idi Tripi, il sito archeologico di Gioiosa Guardia e la grotta San Teodoro ad Acquedolci.
E, ragionando d’insieme, sono in corso, in questi giorni, importanti interventi di sistemazione di molte aree con l’obiettivo di prepararsi alla riapertura che dovrebbe avvenire nelle prossime settimane dopo che la Sicilia entrerà in zona gialla.
Sono già stati ripuliti il Teatro greco di Tindari, l’area di Halaesa Arconidea a Tusa, il sito di Acquedolci e la Grotta di San Teodoro, dove è stato ripristinato il vialetto di accesso. Interventi resi possibili anche grazie all’impegno del personale di custodia che si sta prodigando anche nei lavori di diserbo delle aree di scavo.
“È in atto un’azione di salvaguardia – ha sottolineato l’assessore ai Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – che ha come protagonisti i lavoratori che vivono il Parco archeologico quotidianamente che, attraverso un impegno costante, stanno mostrando attenzione alla salvaguardia del bene comune. Sono loro grato perché in questo modo si testimonia come, attraverso l’impegno di ciascuno di noi, si possa salvaguardare il patrimonio culturale siciliano”.
Soddisfatto per i primi risultati è il direttore del Parco archeologico Domenico Targia. “Solo grazie al lavoro e all’impegno profuso dal personale di custodia – ha evidenziato – è stato possibile, in breve tempo e senza risorse, restituire dignità e bellezza ai luoghi. Desidero formulare un encomio speciale – ha dichiarato Mimmo Targia – a tutto il personale del Parco che, con impegno economico anche personale, si è prestato ad operare all’interno dei siti del Parco per renderli accoglienti e pronti ad ospitare, alla riapertura, i visitatori”.
Nell’attesa che tutti i siti possano tornare fruibili al pubblico in sicurezza e nel rispetto delle normative covid, il direttore Targia lavora per il futuro. E lo fa dalla nuova sede di Villa Amato, sistemata e fatta tornare a vivere, per ospitare gli uffici del Parco archeologico che, come è naturale, avranno sede proprio a Tindari nel suggestivo sito che si trovava chiuso da diversi anni.
Intanto proprio ieri mattina l’architetto Targia ha effettuato un sopralluogo nell’area della Villa Romana di Marina di Patti dove ha avuto modo di poter verificare la situazione e farsi un’idea per il suo rilancio. “Sono stato oltre due ore nel sito – ha commentato – per comprendere come si possa valorizzare. Ho avuto modo di apprezzare la bellezza della villa romana ed ho già le idee chiare sul lavoro da svolgere che mi auguro di poter concretizzare quanto prima”.