Parco Archeologico di Tindari – La visione del nuovo direttore Targia

Organizzare, programmare e valorizzare. Sono queste le tre parole d’ordine del lavoro dell’architetto Domenico Targia, nuovo direttore del Parco Archeologico di Tindari. Il dirigente regionale, insediatosi da pochi giorni, è al lavoro per conoscere il vasto territorio che racchiude i confini da Tusa a Milazzo con il cuore pulsante nella città di Patti dove ricadono l’area archeologica tindaritana e la Villa Romana di Marina di Patti. Fanno parte anche l’area archeologica Halaesa Arconidea e Antiquarium di Tusa, l’Antiquarium di Milazzo, l’area archeologica di Capo d’Orlando, il sito casermette ed ex quartieri spagnoli a Milazzo, la Villa romana di San Biagio a Terme Vigliatore, l’area archeologica Antica Apollonia a San Fratello, la Necropoli idi Tripi, il sito archeologico di Gioiosa Guardia e la grotta San Teodoro ad Acquedolci.

“Con l’istituzione del Parco Archeologico che si estende su 150 km lineari, 10 comuni ed 11 siti, bisogna avere una nuova visione differente dal passato – ha detto l’arch. Domenico Targia. Alla base ci deve essere la conoscenza. Per questo ho iniziato a visitare tutti i siti e sto iniziando a prendere contatto con i vari amministratori per comprendere la situazione attuale, le esigenze di ogni singolo luogo e la disponibilità di ognuno a realizzare il progetto del Parco Archeologico”.

Sebbene il nuovo direttore intende valorizzare tutti i siti in egual misura, Tindari rappresenta il centro da cui partire. E le sue idee sono molto chiare su quello che è il suo modello di sviluppo e valorizzazione del Parco archeologico di Tindari. “L’area tindaritana rappresenta sicuramente il cuore – ha evidenziato – ma ogni luogo rappresenta una tessera di un mosaico da cui non si può prescindere. E’ necessario ragionare in maniera complessiva superando i confini comunali. Tindari deve essere il centro per raggiungere e far conoscere le altre realtà che abbiamo. I risultati – ha aggiunto – si possono ottenere solo se prima si organizza la macchina amministrativa. Solo così poi potremo programmare e quindi attuare le idee ed i progetti di rilancio. Al momento mi sto occupando della riorganizzazione degli uffici del parco e di istaurare i giusti rapporti con tutti gli amministratori locali che ritengo fondamentali”.

Alla base di questo lavoro c’è la conoscenza. “Uno dei miei obiettivi – ha spiegato Targia – è quello di coinvolgere le scuole del territorio per far conoscere ai nostri giovani le ricchezze della loro terra. Ma al tempo stesso la scommessa è guardare anche fuori in un’ottica di economia della cultura che possa far si che la vasta area del Parco possa diventare meta anche dei viaggi di istruzione degli istituti scolastici della Penisola”.

Una scommessa difficile, ma l’architetto Targia non teme di mettersi in gioco. “E’ un compito, difficile, ma allo stesso tempo entusiamante. Sono onorato dell’incarico che mi è stato dato dall’assessore Samonà e mi impegnerò per ricambiare la fiducia. L’obiettivo è fare del Parco il baricentro di un territorio che si ritrova di fronte le isole Eolie e al suo interno una ricchezza culturale importante come quella della Fiumara d’arte di Antonio Presti. Dobbiamo saper miscelare questo patrimonio così vario che ci potrà consentire di mettere in atto una grande operazione di marketing territoriale. Bisogna fare un discorso molto più ampio e non solo limitato ai confini comunali – ha detto Targia. Tutta l’area del Parco è ricca di bellezze paesagistiche e culturali e per questo sono convinto che lavorando in sinergia con tutti gli amministratori locali si possano creare le condizioni per far arrivare i turisti e fargli visitare tutto il territorio, non il singolo centro. Il turista non deve visitare solo Tindari, ma tutto il comprensorio, solo così si può rendere più desiderabile fare le vacanze nel territorio e questo può avvenire solo con una sinergia tra i vari comuni”.

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